Buongiorno,
oggi è con immenso piacere che vi racconto una leggenda.
Per la primissima volta ho accettato di partecipare ad un blogtour su un romanzo, e non poteva che esser legato al culto di streghe, vampiri e spiriti, data la mia passione per l'occulto.
Il libro in questione si chiama L'Ultima Sfida: l'autrice è Chiara Casalini e la trilogia di Scarlett (questo è il nome della protagonista) mi ha rapita tanto da smettere di lavorare per ore, per poter solo leggere e leggere ancora, fino ad arrivare all'ultima riga.
L'Ultima Sfida, ultimo libro della trilogia, parla di diversi luoghi ''fisici'' che possiamo davvero visitare nel mondo, come San Francisco, New York, Nashville ed Indianapolis.
E su San Francisco, dove il romanzo prosegue, tra luoghi e immagini perfettamente descritti, incontriamo il luogo che ho preferito, ed il luogo in cui è ambientata la leggenda che sto per narrarvi.
Il Golden Gate Bridge.
Il Golden Gate Bridge è un ponte sospeso, che sovrasta l'ononimo Golden Gate, stretto che collega l'Oceano Pacifico con la Baia di San Francisco.
Nella nostra storia il Golden Gate è un posto sicuro: un posto speciale per due dei protagonisti, talmente speciale da divenire ricorrente e sede di tanti episodi significativi della storia.
Nella realtà, il Golden Gate Bridge è un luogo di morte auto-inflitta: i suicidi si sono contati fino al 1995, ed erano allora quasi 1000. Ad oggi non ho trovato una stima.
Ma che il luogo fosse suggestivo, lo possiamo captare dal flusso di turisti che vengono portati a visitare il ponte per una zona in esso e per la leggenda ad esso collegato: il lago Stow.
La leggenda.
Il Golden Gate Park viene definito da molti ''il parco dove nessuno è vivo''.
La nostra storia inizia, secondo le leggende, nel 1856.
Una giovane, madre di tre figli, passeggia con loro per il parco, vicino al lago.
Ad un tratto perde uno dei figli: la leggenda narra che sia morto annegato, per distrazione della madre o a causa di una spinta.
La donna, non trovando più il bambino, inizia a cercarlo per il parco, senza però ritrovarlo: e infine decide di suicidarsi, lasciandosi annegare nel lago, diventando un fantasma che infesta le rive del lago e le sue acque.
La leggenda è diventata famosa perchè, nel corso degli anni successivi, le persone iniziarono a raccontare di un'entità malvagia che attaccava chiunque si addentrasse nelle acque del lago o ne percorresse le rive.
La storia era sempre la stessa: una donna bionda, magra, con indosso una vestaglia bianca bagnata e sporca, scalza che cammina lungo le sponde del lago e che fissa l'acqua, ma dei cui occhi non si scorge il bianco. Spesso viene vista con un'espressione disperata, o addirittura in lacrime.
La storia divenne di dominio pubblico il 6 Gennaio 1908: infatti un uomo venne arrestato per averla, beh... investita. Il fatto venne riportato sul San Francisco Chronicle.
L'uomo si chiamava Arthur Pigeon e venne visto, da dei poliziotti, investire sulle rive del lago una donna. Naturalmente venne subito fermato, ma quando uno dei due poliziotti andò a soccorrere la donna, si accorse che era completamente sparita.
L'uomo venne allora multato per eccesso di velocità, ma uno dei due poliziotti, spaventato, raccontò di aver per certo visto l'esile figura della donna venir investita, per poi sparire completamente.
Pigeon venne reinterrogato, ed ammise che la sua fretta era dovuta al fatto di aver visto un viso di donna spaventoso nel punto del lago da lui scelto per pescare, e di esser corso via così in fretta proprio per questo. Ma ribadì che non aveva investito nessuna donna.
La leggenda della giovane madre alla ricerca del figlio porta tanti turisti al Golden Gate Park.
E tanti dicono di aver visto la donna, e di esserne stati spaventati.
I ragazzi di San Francisco la chiamano ''White Lady'' ed affermano che sia possibile invocarla, pronunciando il suo nome per tre volte. A quel punto lei chiederà:
Have you see my baby?
Se rispondi di sì, vi perseguiterà finchè non glielo riporterete. Se rispondete no, vi ucciderà.
E voi, avete per caso visto il mio bambino?
Vi ho voluto raccontare questa leggenda perchè è la più significativa che ho riscontrato sui luoghi del romanzo: e perchè con esso ha diverse cose in comune, come l'amore di una madre per il proprio figlio, che supera a volte anche la morte, rivelandosi in una figura eterea ed eterna.
Ma ancora, ha in comune il luogo, così suggestivo e significativo per la storia!
Forse non lo avrete visto, ma se amate l'occulto potete sicuramente trovare interessante la lettura del romanzo.
Volete vincerne una copia cartacea?
Ecco per voi un Giveaway!
Qui le regole:
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A presto,
Veronica.
Complimenti, bellissima leggenda! Non avevo mai sentito parlare della white lady.. il simbolo del tre richiama molto anche Blood Mary. Mi piace. Bellissima tappa!
RispondiEliminasalve! mi sento davvero ignorante al riguardo mai sentito nulla del genere ..quindi la donna si suicida dopo aver perso uno dei tre figli e lascia gli altri due? che tragedia immane
RispondiEliminavoglio approfondire senz altro grazie per avermela fatta conoscere
dilorenzomarianna07@gmail.com